3 aprile 2007

Helvetica: i primi 50 anni

L' Herald Tribune ha dedicato un interessante approfondimento al cinquantesimo anniversario del font Helvetica, con riferimento alla mostra che il MoMa di New York inaugurerà nei prossimi giorni per celebrare l'evento. La Repubblica riprende oggi l'articolo, inserendo anche una breve ma utile intervista ad Emanuele Pirella, il quale sostiene che nell'advertising contemporaneo il peso delle headline sia inferiore rispetto al ruolo dei visual. Aperto il dibattito. Interessante che se parli con una pagina intera su un quotidiano nazionale.

5 commenti:

Savo ha detto...

Beh se a qualcuno può interessare, in questi giorni, si terrà un convegno sul carattere Helvetica. Dove potete immaginarlo ;)

Unknown ha detto...

Allo IED? Quando?

sar8 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Savo ha detto...

No, no, che Ied in Svizzer :)

Anonimo ha detto...

Io non credo affatto che nell'advertising contemporaneo il peso delle headline sia inferiore rispetto al ruolo dei visual, questo dipende dal prodotto che si sta pubblicizzando e dal target a cui si mira. Andate a vedere il sito di Emanuele Pirella, http://www.lowepirella.it/. La differenza tra le pubblicità AXE, Arena etc.. e quelle per l'Espresso e KataWeb, sta nel fatto che i testi per le ultime 2 sono fondamentali mentre invece i prodotti sportivi puntano di più sull'impatto visivo. Queta è la regola che il nostro caro R.M. ci ripete ormai da un anno: "se spingi creativamente sul visual l'headline deve essere lampante e viceversa.
Non sono uno inferiore all'altro ma si compensano, come nella pubblicità dell'Alessi (sito Pirella) dove il visual è di forte impatto ma la comunicazione è assolutamente incompleta senza l'haed "Alessi. Extra ordinary."